Liberi dalla civiltà.

 

Enrico Manicardi / Mimesis Edizioni

 

Prezzo di copertina €18 + spese di spedizione.

 

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È possibile vivere in un mondo senza dominio, senza sfruttamento, senza inquinamento e mercificazione? Per almeno due milioni di anni i nostri antenati primitivi hanno vissuto così, ed è solo con la comparsa dell’agricoltura che l’esistenza ha preso la via di una distruttività sempre più accelerata e dilagante.

 

Infranta l’originaria unione con la Natura abbiamo sottomesso le terre (coltivazione), e poi gli animali (allevamento), e poi le donne (società patriarcale), e poi chiunque altro (schiavitù, lavoro dipendente, massificazione). Oggi siamo diventati gli anonimi ingranaggi della Megamacchina, funzionali unicamente alla sua espansione in ogni angolo del pianeta. Non contano più le persone, le relazioni, la vita genuina e autentica; contano solo i congegni elettronici, l’efficienza produttiva, la competizione, l’addestramento, la manipolazione. È la crisi del nostro mondo: un mondo sempre più artificiale e tossico nel quale uomini e donne repressi negli impulsi vitali, distanziati dalla capacità di fare da soli e resi dipendenti dai rimedi della tecno-industria, sopravvivono drogati dai diversivi senza più alcuna gioia di vivere. Non sorridiamo più, non ci illuminiamo più, siamo ogni giorno più tristi, delusi, spaventati, avvelenati, stressati, oberati.

 

Con uno stile semplice che appassiona il lettore, il libro di Manicardi analizza i mali del nostro tempo fin dalla loro genesi. La responsabilità della crisi che ci sta divorando non è in questo o in quell’altro modello economico, tecnologico o culturale, bensì nell’Economia, nella Tecnologia, nella Cultura in quanto tali. È nell’ideologia della Paura che ci tiene intimoriti a terra. È nella mentalità del Dominio che pregiudica ogni relazione. Insomma, il problema è la Civiltà. Attraverso il peso opprimente delle sue categorie, dei suoi valori, dei suoi processi pervasivi che invadono la vita di tutti, la civilizzazione ci addomestica allontanandoci dalle nostre sensibilità e dal mondo vivente.

 

Prima che sia troppo tardi dobbiamo cambiare radicalmente il nostro modo di pensare, di sentire, di agire: opporci al dilagare di quel decorso devitalizzato che ci sta annullando e rimetterci in contatto diretto con la natura selvatica che vive dentro e fuori di noi. L’appello di Manicardi è chiarissimo: per darci ancora una possibilità di andare avanti dobbiamo cominciare a guardare indietro. Ma non per celebrare il nostro passato meno prossimo come fosse un culto. Per ritornare a noi stessi, riportando la vita nelle nostre mani e sviluppando quella coscienza eco-centrica che fu dei primordi in luogo di quella ego-centrica che ci sta trascinando alla deriva.